Intendiamoci, non ha niente a che vedere con la squadra di calcio di Firenze.

Giovedì, volendo festeggiare la Lorenza, ho istituito la Festa della Fiorentina, a Firenze la chiamano bistecca.

E’ una festa che non ha una ricorrenza fissa e si può indire anche più volte all’anno, quando se ne ha voglia.

Sono andato dal mio amico Giancarlo alla Macelleria della Pioggia che mi ha preparato con la cura che gli è congeniale, una Fiorentina spettacolare.

La scrivo con la F maiuscola per il magnifico aspetto e che, come si dice a Bologna, si faceva dare del Lei.

Siccome era particolarmente bella, ho coinvolto Marco a divertirci a fare un po’ di Food Styling o Food Photography, che altro non è che fotografia di cibo, anche per immortalare il bel ricordo.

La luce che entrava dal balcone era stupenda e quindi non c’era bisogno di montare il set, abbiamo utilizzato solo un illuminatore a led per attenuare le ombre.

Nel frattempo la piastra di ghisa era alla giusta temperatura e sono passato alla cottura con tutta la cura che meritava.

L’avevo chiesta particolarmente spessa, 1 kilo e 250 grammi, perché potesse stare anche in piedi al fine di poterla cuocere anche nei fianchi per sigillare i preziosi succhi all’interno.

Poi la solenne decisione: è pronta.

Posta sul tagliere e munitomi di forchettone e coltello mi accingo al taglio, con quel patema d’animo che ti assale in quel momento: poco cotta? … troppo cotta?

Inutile tergiversare, affondo il coltello e …. è perfetta, bella rosa senza succhi acquosi che viaggiano per il tagliere.

Condita nel piatto solo con un po’ di sale ed un filo di olio d’oliva toscano di quello buono. ( A futura memoria, soprattutto per i tanti non italiani, quando dico olio di oliva intendo Olio Extravergine d’oliva.

Dopo averla ammirata, coccolata … arriva finalmente il momento di assaggiarla: fantastica, con un sapore ancora superiore alle aspettative.

Ce la siamo centellinata accompagnata da un ottimo Dolcetto (per quei pochi che non lo sanno è uno dei migliori vini Piemontesi)

Da replicare assolutamente.

Per fare una festa a tavola, non ci vuole molto: un’occasione, un fornitore di fiducia, passione, gioia di offrire il cibo e soprattutto umiltà.

Non bisogna vergognarsi di chiedere a chi ne sa più di noi. Il salumiere, il macellaio, il fornaio sarà ben felice di darvi le spiegazioni e i consigli opportuni.

E’ così che mi sono costruito la mia esperienza enogastronomica.

Proprio come mi ha scritto il Grande Chef Massimo Bottura  nella dedica del suo libro sul Parmigiano Reggiano: Umiltà, Passione, Sogno