Il gruppo Montenegro per la prima volta ha aperto le porte del proprio stabilimento produttivo a bartender ed operatori del settore.

E’ con gioia che abbiamo accettato l’invito a partecipare a questa esperienza.

L’Amaro Montenegro e la Vecchia Romagna Buton facevano parte delle bevute dopo cena di quando ero ragazzo, ormai tanti anni fa.

Ma, oltre alle piacevoli bevute, mi hanno regalato anche forti emozioni:

– L’Amaro Montenegro, allora della famiglia Seragnoli, sponsorizzava la squadra di Baseball che tanto ha vinto anche in Europa.

– La Vecchia Romagna Buton apparteneva allora alla famiglia dei Conti Sassoli De Bianchi che ho conosciuto quando giocavo a golf e di cui ancora oggi mi onoro di essere amico.

L’accedere ai magazzini di stoccaggio del brandy Vecchia Romagna Buton con le grandi botti di rovere ha aperto nel database del mio cervello l’archivio dei ricordi di bei momenti in compagnia del brandy che crea l’atmosfera, come recitava il grande Gino Cervi.

Ma questo evento era l’occasione per l’apertura dell’Amaro Montenegro come elemento base di coctails.

Quindi visita allo stabilimento dove con vari tipi di estratti dalle 40 erbe, bollitura, macerazione e distillazione, si procede poi all’assemblaggio per avere il famoso gusto vero.

Poi in aula è stata svelata tutta la complessità che si cela dietro l’Amaro Italiano per eccellenza.

Da oltre 130 anni la ricetta di Amaro Montenegro è gelosamente custodita.

Per la sua realizzazione, occorrono 40 botanical sapientemente selezionati e un articolato processo ispirato alla qualità assoluta.

L’herbalist del Gruppo Montenegro, Matteo Bonoli, ha raccontato durante una ricca sessione di educational come avviene l’incontro tra erbe, profumi mediterranei e ingredienti da tutto il mondo rivelando alcuni passaggi caratteristici del processo produttivo di Amaro Montenegro.

Abbiamo avuto la possibilità di vedere, toccare ed annusare buona parte di questi ingredienti.

E infine assaggiare un bicchierino di Montenegro per cercare di riconoscere le essenze che lo compongono.

A mio parere personale ho avuto la sensazione che fosse meno alcolico e più morbido di quello che bevevo 40/50 anni fa.

A seguire la masterclass tenuta da Giuseppe Gallo, pluripremiato mixologist che vanta una esperienza ventennale nel settore per la dimostrazione di questa affinità elettiva tra Amaro Montenegro e il mondo dei coctails.

Gallo, con il supporto del bartender  Rudi Carraro (Artesian di Londra, oggi collaboratore anche dell’azienda Montenegro), ha mostrato la procedura di preparazione di tre coctail a base di Amaro Montenegro “Montenegroni”, variante del celebre “Negroni”, il “Monte Mule”, sulla scia dell’ormai arcinoto “Moscow Mule”, e per finire un “Monte Manhattan”, twist on classic dell’intramontabile “Manhattan” che poi sono stati fatti assaggiare ai partecipanti

Debbo dire sinceramente che non sono riuscito ad apprezzare il Montenegroni: Il “Negroni” è il mio coctail preferito.

Vedi portfolio dei miei incontri

ol602183-amaro-montenegro-photography

ol602184-amaro-montenegro-photography

ol602173-amaro-montenegro-photography

ol602178-amaro-montenegro-photography

 

ol602182-amaro-montenegro-photography

ol602189-amaro-montenegro-photography

montenegro

Presentazione Amaro Montenegro